Finanza
L'aumento della povertà lavorativa in Italia: una sfida per la società
2025-04-27

La situazione economica italiana sta mostrando un allarmante aumento della povertà tra i lavoratori, nonostante siano attivi a tempo pieno. Nel 2024, il 9% degli occupati ha un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale, un incremento rispetto all'8,7% registrato nel 2023. Questa tendenza si riflette particolarmente sui giovani e sugli indipendenti, con differenze significative basate sul livello di istruzione. Anche se vi è una leggera riduzione nella deprivazione materiale generale, il divario tra ricchi e poveri si sta allargando nuovamente.

Ulteriori analisi rivelano che mentre la percentuale di persone a rischio di povertà rimane stabile intorno al 18,9%, ci sono importanti variazioni tra le diverse fasce d'età. Gli anziani stanno vedendo un aumento delle difficoltà economiche, mentre i minori beneficiano di una leggera diminuzione. Tuttavia, il numero complessivo di persone in condizioni di povertà o esclusione sociale continua ad aumentare, sollevando preoccupazioni sulla disuguaglianza economica crescente nel paese.

Gli effetti della povertà lavorativa sui diversi gruppi sociali

La povertà lavorativa sta colpendo duramente specifici segmenti della popolazione italiana. Soprattutto i giovani e gli indipendenti stanno affrontando maggiore difficoltà nell'ottenere redditi adeguati. Questa situazione è aggravata da fattori come il livello di istruzione e la natura del lavoro svolto.

Nel dettaglio, il tasso di povertà tra i lavoratori dipendenti è salito dallo 0,8% al 8,4%. Per contro, tra gli indipendenti, questa cifra è balzata al 17,2%, contro il precedente 15,8%. Le statistiche evidenziano inoltre che il livello di istruzione gioca un ruolo fondamentale. Infatti, coloro che hanno solo completato la scuola dell'obbligo presentano un alto tasso di povertà del 18,2%, mentre tra i laureati tale percentuale cala drasticamente al 4,5%. Tuttavia, anche tra i laureati, c'è stato un notevole aumento rispetto al 3,6% registrato l'anno precedente. Questi dati mettono in luce la necessità di politiche mirate per migliorare le opportunità economiche dei lavoratori italiani.

Il cambiamento nei livelli di deprivazione materiale e la crescita del divario economico

Nonostante alcuni miglioramenti nella quota di deprivazione materiale, il divario economico tra le classi più abbienti e quelle meno fortunate si sta ampliando. Mentre il numero di persone incapaci di permettersi beni essenziali è diminuito, il divario nei redditi tra i decili più bassi e quelli più alti sta crescendo.

Sebbene la deprivazione materiale grave sia diminuita al 4,6% della popolazione, circa 2,7 milioni di italiani continuano ad affrontare gravi difficoltà finanziarie. In parallelo, il primo decile di reddito, rappresentato dalle persone con i redditi più bassi, ha visto la sua quota equivalente del reddito nazionale scendere al 2,5%, rispetto al 2,7% del 2023. Dall'altra parte dello spettro, il decile più ricco ha visto un aumento del proprio reddito nazionale equivalente, passando dal 24,1% al 24,8%. Questo allargamento del divario economico solleva interrogativi sulle politiche fiscali e sociali attualmente in vigore in Italia. La situazione richiede urgentemente misure concrete per ridurre le disparità economiche e garantire un futuro più equo per tutti.

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